Un’Alice fantastica. In scena i memorabili Momix

Visionario. Pazzesco. Unico. Le prime parole alla fine di “Alice” dei Momix, andato in scena ieri al Teatro Olimpico di Roma. Parole intervallate da picchi di entusiasmo, stupore ed esclamazioni di varia natura. Tutte positive, si intende.

Resto sempre schioccata ed elettrizzata dopo la visione di uno spettacolo dei Momix. Il fondatore e coreografo Moses Pendleton è un genio! Non sto esagerando.
Quando si vede una coreografia della leggendaria compagnia americana, si comprende che dietro c’è un progetto volto a colpire tutti gli spettatori. Alice è un’esaltazione dell’illusione che mette in gioco la fantasia di ognuno.

Vi ricordate il libro di Lewis Carroll o il film d’animazione della Disney o il film di Tim Burton? Ecco. Andate oltre ancora. L’Alice dei Momix si ispira alla famosa storia de Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie, ma intinge tutto lo spettacolo con il suo stile che si contraddistingue tra le compagnie di danza moderna.

Ph: Andrea Chemelli

ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIOSE COREOGRAFIE DI PENDLETON

L’universo fantasmagorico a cui ci ha abituato lo scrittore britannico prende vita sul palco con una stupefacente propagazione. Gli spettatori si perdono in un vortice magico grazie ai ballerini, alle loro incredibili performance e alle mirabolanti installazioni luminose.

A proposito delle installazioni luminose, devo fare un applauso scrosciante. A mia memoria (sugli spettacoli che ho visto dei Momix) non ricordo questa minuziosa attenzione per la light design. Sì, la luce è sempre stato un elemento importante nelle coreografie dei Momix, ma mai così come in Alice.
Le sbalorditive installazioni luminose allestiscono il palcoscenico in modo totalizzante. A volte diventano mere scenografie dinamiche, a volte diventano protagonisti animati (vedi lo stragatto che muta in drago), fino all’omaggio di Lewis Carroll all’apertura e di Alice all’inizio del secondo atto, i loro volti proiettati sul sipario chiuso. Una meraviglia, è proprio il caso di dirlo!

Le coreografie che si susseguono, tenendo il filo della narrazione, sono tutte un invito ad aprirsi all’impossibile. Pendleton con la co-direttrice Cynthia Quinn fanno un generoso regalo agli spettatori.
Vengono catapultati in un mondo in cui niente è ciò che appare. Un’illusione fantastica.
Un mondo sì magico, ma a tratti tanto inquietante quanto affascinante. Un mondo questo popolato da creature eccentriche, assurde e bellissime.

Alice è un’assurdo e intrigante spettacolo in cui perdersi per due ore circa. Pendleton utilizza elementi familiari di altri spettacoli dei Momix, quali i costumi architettonici e trasformistici, gli specchi e le palle da ginnastica. Con questi strumenti, vengono creati personaggi stravaganti, simpatici e adorabili, conturbanti e tenebrosi.

ILLUSIONISMO FANTASTICO: ESPLORAZIONE DI LUCI, MUSICA E DANZA

L’arte dei Momix è una fusione meravigliosa di molteplici elementi. Ne evidenzio tre (+ uno) in modo particolare.

Il movimento. C’è una mescolanza fluida di danza classica e contemporanea, atletica e acrobazia. I corpi dei ballerini sono come delle gomme eleganti, leggeri come piume e dinamici come i muscoli durante una gara di corsa. Ballerini che si trasformano in animali o oggetti, si muovono nell’aria e nello spazio con una naturalezza da sembrare possibile.
La musica. Una vera e propria colonna sonora di musiche note, dall’elettronica all’onirica, dal rock alla classica, aiutano gli spettatori ad immergersi nella narrazione in scena.
La luce. Come ho detto poco sopra, l’illuminazione è incredibile in questo spettacolo. Crea delle illusioni giocando sui sensi degli spettatori. Tra le tante realizzazioni, la luce mette in piedi le porte che Alice attraversa, innalza cattedrali evocative, fa crescere un bosco buio all’interno del quale si nasconde il Bianconiglio, e tanto altro.
L’oggetto. Un vero e proprio partner di scena con il quale il ballerino interagisce, si completa, muta di forma. Dalle maschere inquietanti dei conigli (o dei bambini) alle palle da ginnastica, da grossi contenitori in cui si gettano all’interno le ballerine a tute elastiche e fluo, fino agli specchi, un classico della compagnia.
Aggiungo anche che lo stesso corpo, unito e in movimento ad un altro corpo, si evolve in qualcos’altro, come creature inventate e animali.

40 ANNI E NON SENTIRLI: IL COMPLEANNO DEI MOMIX E DELLA SUA DANZA

Nel 2020, i Momix celebreranno un importante traguardo: 40 anni di vita. Moses Pendleton ha raccontato: “celebriamo anche il primo anniversario di Alice da quando ha avuto la sua prima mondiale a Roma proprio un anno fa. Ci piace poter festeggiare con il pubblico romano, l’Accademia Filarmonica Romana e il Teatro Olimpico, sia la storia della compagnia sia che ‘Alice’ abbia compiuto un anno”.

Rispetto lo scorso anno, non sono stati apportati cambiamenti sostanziali. Dalla prima mondiale ad oggi il lavoro è stato quello della rifinitura. Il cast è rimasto lo stesso e questo ha aiutato i ballerini ad approfondire e studiare meglio il proprio ruolo, sentirlo suo ancora di più.
Il coreografo ha affermato: “dico sempre ai ballerini, alla chiusura di ogni sipario, che è stata una grande performance che merita ulteriori prove, per rendere lo spettacolo un’esperienza migliore a tutto tondo”.

Alice si inserisce nell’ambito delle Giornate della Danza della Accademia Filarmonica Romana e Teatro Olimpico. Lo spettacolo dei Momix sarà in scena a Roma fino al 1° Marzo, poi i ballerini calcheranno altri teatri italiani.

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