Timber Timbre, un gruppo non mainstream che amo, suoneranno in Italia

Colpo al cuore. Apro Youtube e scelgo a caso un loro brano. Anzi no. Non a caso. Devo prepararmi al meglio perché finalmente vedrò live i Timber Timbre. Ripeto. Vedrò in concerto i Timber Timbre. Uno dei gruppi non mainstream che amo suona in Italia per tre date. Ecco, la canzone che ho scelto è Black Water. A mia memoria, è questo il brano con cui un giorno è scoperto questo gruppo folk canadese. E da lì, li ho sempre ascoltati. Ma mai visti dal vivo.

Io me li gusterò il 30 settembre in uno dei locali che amo di più a Roma: il Monk Club. Il live è previsto alle 22:00 e sarà il saluto d’addio a settembre più bello di sempre. L’1 ottobre i Timber Timbre suoneranno al MAME di Padova e il 3 ottobre presso la Salumeria della musica di Milano.

In attivo dal 2005 e con 6 album alle spalle, i Timber Timbre si amano molto. Una delle ragioni è che alcuni dei loro brani sono stati inseriti nelle colonne sonore di serie cult come Walking DeadThe good wifeBreaking Bad. Ma anche perché fanno parte di soundtrack di film quali Foxfire, Confessions of girl gangThe Last Exorcism Part II The Gambler . Recentissimo è la colonna sonora di Eye on Juliet, film presentato quest’anno alle Giornate degli autori, sezione del Festival di Venezia.
Effettivamente, il sound di questi canadesi è cinematografico. Calza perfettamente la scena. La musica dei Timber Timbre crea una tipica suggestione che si riscontra anche in brani che non abbiamo ascoltato in una serie tv o in un film. Ma di fatto proiettano nell’ascoltatore possibili immagini, potenziali attori e atmosfere filmiche. Appunto.

Ora, dopo gli album Creep on Creepin’on e Hot Dreams, i Timber Timbre tornano in Italia  per presentare l’ultimo Sincerely Future Pollution pubblicato il 7 aprile e anticipato dai bellissimi singoli Sewer Blues, Velvet Gloves & Spite e Grifting.

A proposito dell’album, il frontman Taylor Kirk ha dichiarato: «Il 2016 è stato un anno davvero difficile. Odio ammetterlo, ma sono molto sensibile agli avvenimenti politici e sociali del nostro tempo, e credo che il tono che si percepisce sia il risultato di un connubio tra caos e confusione. Mentre registravamo, c’era come il presentimento che gli eventi che si sarebbero verificati avrebbero svelato un gigantesco imbroglio. Continuavano ad arrivare segnali, pensieri e idee distopiche. Dopodiché tutto si avverò, mentre la gente era su Instagram. Le fogne strariparono».

Quindi, a parte il real time durante il live del 30 settembre (sarà breve per almeno due motivi: a) voglio entrare in contatto con quella suggestione di cui sopra b) al Monk non c’è linea), l’1° ottobre vi racconterò com’è stato il concerto del gruppo non mainstream che amo.

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