Depeche Mode: io, un biglietto vinto e 55mila persone a San Siro

Depeche Mode a Milano
io, un biglietto vinto ad un contest e 55mila persone a San Siro

Ieri, 27 giugno 2017 sono andata a Milano a vedere i Depeche Mode. Ero io con un biglietto vinto e 55mila persone a San Siro.
Partiamo dal principio. Ho partecipato ad un contest indetto da Onstage e Lg. L’obiettivo: diventare reporter per un giorno. Come? Con una foto. Cosa si vinceva? Un biglietto di un concerto appunto. In questo caso quello del concerto dei Depeche Mode. Ma non a Roma, che logisticamente mi veniva più comodo. No. A Milano. Ovvio. Però a San Siro. Oh. A San Siro non c’ero mai stata.
Ah! Per chi lo volesse sapere. Il tema del contest è “fotografa la musica”. E io l’ho fatto. Ma non voglio ergermi a “sono una brava fotografa gne gne”. No. Assolutamente no! Lungi da pensare questo. Ho rispetto per chi lo fa di professione.
E poi ho pensato: “ma figurati se vinco”. E invece.


Invece, ricevo una mail in cui mi confermavano la vittoria del contest. Dopo vani tentativi di “ma non è possibile cambiare città, in fondo il concerto è lo stesso”, ho deciso. Vado a Milano. Neanche 24 ore sono rimasta nel capoluogo della Lombardia. Ma ne è valsa la pensa.
Uscita da lavoro, sono corsa alla metro e da Roma Termini ho preso il treno. Arrivata a Milano, ho preso subito la metro. Ho fatto cambio metro fino a San Siro. Dopo circa 5 minuti mi sono ritrovata di fronte un’enorme struttura che, fino a ieri, ho sempre visto fotografata. Appunto.
La fortuna è stata anche di avere una persona amica (Domenico che insieme alla fidanzata mi hanno anche ospitato). Sì, perché dopo l’attentato a Manchester, durante il concerto di Ariana Grande, i controlli sono stati serratissimi. Precisi. Ho lasciato a Domenico zaino e la mia adorata power bank. Che poi all’interno c’erano persone munite di accendini è un altro paio di maniche eh! Ma andiamo avanti.

Dicevo. Il biglietto vinto era un super biglietto. Posizione super lusso. Tribuna Executive, fila 7, posto 15.
Alle 21 circa parte il concerto dei Depeche Mode. Ed ero io, un biglietto vinto e 55mila persone a San Siro. Una botta d’adrenalina che solo chi stava ieri in quello stadio in mezzo a quelle 55mila persone può sapere. O immaginare.
Un concerto adrenalinico da gustare comodamente seduta. Forse è uno dei pochi concerti che ho gustato anche seduta. Sì, perché la scelta della scaletta è stata modulata affinché si potesse godere anche senza troppo scomporsi. Fino a quando Dave Gahan non ha deciso di fare quello che fa di solito. Farti impazzire gli ormoni. Quegli ormoni che avevano deciso di stare comodamente seduti e invece si agitano. Si dimenano. Si… 
Dicevo. Dave Gahan è sesso che cammina. Trasuda fascino. Un sogno erotico dal vivo che – sebbene la distanza rispetto al mio campo visivo, era lì. Sornione, seducente, lì per me. Per te. Certo, insieme a 55mila persone, ma sempre lì per me, per te e per voi. Per tutti insomma.
Il concerto è stato completo e preciso da ogni punto di vista. Una scaletta fatta di nuovi e celebri brani. Le grafiche sui maxischermi funzionali. Due omaggi alla musica e alla cultura pop mondiale. In apertura Revolution dei Beatles. Quasi in chiusura Heroes di David Bowie, interpretato magnificamente da Dave Gahan. In mezzo uno dei brani del nuovo album Where’s the revolution?
Parafrasando i Depeche Mode, tra i Beatles e David Bowie, mi resta impressa una cosa. Un significato. Ovvero, dov’è la rivoluzione? Nell’essere eroi ogni giorno.
Arricchita dallo show a cui ho assistito ieri, oggi – con sveglia alle 5.30 – sono tornata a Roma. E sono certa di almeno tre cose.
a) Sono stanca. Molto stanca.
b) Dave Gahan è un’icona vivente.
c) La musica è catartica.

[p.s.: l’ultima è il copy  della mia foto con cui ho partecipato al contest. Clicca QUI per vederla.]

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