TartaLove, adozione a distanza di tartarughe marine – INTERVISTA

Ne avevo già parlato tempo fa. TartaLove è un progetto di adozione a distanza di tartarughe marine. Questa volta, ho approfondito l’argomento parlandone direttamente con il responsabile del progetto, Stefano Di Marco.

Inquinamento da plastica presente nei mari e sulle spiagge, traffico nautico e cattura accidentale durante l’attività di pesca. Sono alcuni fra i più gravi problemi che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza delle tartarughe marine e la loro nidificazione. A lanciare l’allarme è Legambiente: si tratta di una specie in pericolo. Fortunatamente, la situazione sta migliorando grazie alle campagne di tutela e salvaguardia come TartaLove, il progetto di adozione a distanza di questi simpatici esemplari.

Stefano Di Marco, parlaci del progetto TartaLove. Quando è iniziato?

TartaLove è una campagna di raccolta fondi a favore delle tartarughe marine, che Legambiente ha lanciato all’inizio del 2018. Lo scopo del progetto è quello di potenziare gli interventi a tutela di questi straordinari rettili marini. Insomma, quando scegliete di adottare a distanza uno di questi simpatici animali, state finanziando le attività necessarie per la loro cura e la tutela.

Le tartarughe sono sempre più minacciate dall’uomo e dalla pesca professionale, dal traffico nautico e dall’inquinamento. A queste, si aggiungono altre minacce, tra cui la cementificazione delle spiagge e l’inquinamento luminoso e acustico. È soprattutto quest’ultimo a disturbare notevolmente la nidificazione di “mamma tartaruga”,  è in cerca di spiagge tranquille dove deporre le sue uova e far nascere i cuccioli.

Le tartarughe sono sempre più minacciate dall’uomo e dalla pesca professionale, dal traffico nautico e dall’inquinamento

Come sono utilizzati i fondi ricevuti dalle adozioni di TartaLove?

I fondi raccolti sono utilizzati essenzialmente per svolgere una serie di attività. Abbiamo previsto principalmente il funzionamento e il potenziamento dei nostri Centri di Recupero e di Primo Soccorso. Si tratta di strutture dove le tartarughe ferite vengono ricoverate, curate e riabilitate, per poi essere restituite al mare. Attualmente, grazie a TartaLove, abbiamo potenziato con nuove e più moderne attrezzature i Centri di Manfredonia e Talamone. Inoltre, siamo riusciti ad allestire un nuovo Marine Turtle Center a Pioppi, nel Parco Nazionale del Cilento.

Monitoriamo le spiagge per individuare i nidi e sorvegliarli, fino al momento della schiusa delle uova e all’entrata in acqua dei piccoli. Questo lavoro richiede un grande sforzo perché si tratta di mobilitare un gran numero di persone, esperti e volontari, in grado di svolgere questa attività nel periodo compreso tra fine maggio e settembre.

Infine, avviamo campagne di informazione e sensibilizzazione, rivolte soprattutto ai pescatori. Loro sono figure fondamentali per salvare la vita agli esemplari catturati accidentalmente durante le operazioni di pesca. È essenziale che i pescatori consegnino gli animali in difficoltà agli operatori dei nostri centri, che in questo modo possono intervenire tempestivamente sia nella diagnosi che nella cura. Questa attività richiede un rapporto costante con i singoli pescatori con cui è necessario costruire una relazione solida e continuativa.

Quante tartarughe sono state già salvate grazie a questo progetto?  

Il nostro impegno a favore delle tartarughe marine risale a oltre 15 anni fa e in questi anni siamo riusciti a salvare migliaia di esemplari. Abbiamo individuato e sorvegliato numerosi nidi e siamo riusciti a far nascere migliaia di piccoli.

Grazie a TartaLove i nostri sforzi si sono intensificati, permettendoci di curare un maggior numero di animali e aiutando mamma tartaruga a dormire sonni tranquilli, visto che a tenere sotto controllo i nidi ci sono i nostri volontari.

È essenziale che i pescatori consegnino gli animali in difficoltà agli operatori dei centri di Recupero e di Primo Soccorso

Quanto incide l’inquinamento dei mari sulla sopravvivenza delle tartarughe? 

Purtroppo una delle minacce più insidiose è costituita dall’inquinamento e in particolare dai rifiuti plastici che, se ingeriti, possono causare un blocco intestinale o addirittura soffocare l’animale. In altri casi, l’ingestione di sacchetti di plastica, spesso scambiati per meduse, di cui la tartaruga si nutre abitualmente, può provocare problemi di galleggiamento impedendo alla tartaruga di immergersi per alimentarsi.

Abbiamo visto che l’80% degli animali che arrivano nei nostri centri ha ingerito plastica: sacchetti, reti per la mitilicoltura, lenze, imballaggi di vario tipo, cotton fioc e resti di stoviglie di plastica. Un vero disastro. Per contrastare questa situazione, dobbiamo cambiare le nostre abitudini. Innanzitutto, iniziamo a consumare meno plastica. Poi dobbiamo riciclare, riciclare, riciclare.

Una delle minacce più insidiose è costituita dai rifiuti plastici. Per contrastare questa situazione dobbiamo consumare meno plastica e dobbiamo riciclare. Le tartarughe sono in pericolo di estinzione

Perché è importante proteggere questi animali marini?

Le tartarughe sono animali in pericolo di estinzione e per questo motivo sono protetti a livello internazionale e nazionale da una serie di convenzioni, direttive e leggi emanate proprio per tutelarli adeguatamente. 

Questi animali, simbolo della biodiversità marina, sono antichissimi e possono essere considerati dei parenti dei dinosauri. È da milioni di anni che vivono sul nostro Pianeta. Perciò, il nostro impegno è quello di fare in modo che possano continuare a viverci in futuro, nell’interesse della natura, del mare e dell’uomo.

Per conoscere da vicino le storie delle tartarughe e magari adottare un esemplare visitate il sito TartaLove.

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