Le 7 ballerine che hanno fatto la storia

Da Isadora Duncan che ha rotto il rigore della danza classica al teatrodanza di Pina Bausch, fino a Misty Copeland, la prima étoile afroamericana. Celebriamo sette donne del mondo della danza

Sono state fonte inesauribile di ispirazione per Edgar Degas. Le ballerine sono state il soggetto cui il pittore impressionista si è dedicato a lungo, descrivendo ciò che accadeva dietro le quinte, durante il riscaldamento o nei momenti di pausa.
Classica, moderna, contemporanea. Lindy hop, tip tap e samba. Ci sono tanti generi, quanti tipi differenti di danza.

Dall’età di 9 anni, la danza è quella dimensione senza la quale mi sentirei vuota. Precedentemente, ho provato la ginnastica artistica, grazie ai miei genitori. Inizialmente la danza non l’avevo proprio contemplata. Poi, me ne sono perdutamente innamorata.
Per questo, voglio proporvi un ritratto delle 7 ballerine che hanno fatto la storia. Sette donne, coreografe e ballerine, che hanno rivoluzionato il mondo della danza. L’excursus parte dall’800 fino ai giorni nostri.


PIONIERA DELLA DANZA MODERNA: ISADORA DUNCAN

Nata a San Francisco, il 27 maggio 1877, Isadora Duncan è definita la fondatrice della danza moderna. Muore a Nizza, il 14 settembre 1927.

«Ascoltate la musica con l’anima. Non sentite un essere interiore che vi si risveglia dentro? È per lui che la testa vi si drizza, che le braccia si sollevano, che camminate lentamente verso la luce. E questo risveglio è il primo passo della danza come la concepisco io»

Isadora Duncan ha elaborato uno stile basato sulla libertà corporea e grazie a esso ha influenzato l’evoluzione del balletto. L’obiettivo della danzatrice statunitense è stato quello di attuare una rottura nei confronti della danza accademica. La Duncan cercava di riprodurre il ritmo della natura, come lo intendevano gli antichi Greci, dalle onde del mare all’energia solare.

La ballerina ha optato per alcune scelte artistiche che garantivano la libertà e l’espressività dei movimenti.  Dalle scarpette da punta ai piedi scalzi, dagli chignon ai capelli sciolti, dai tutù a vestiti fatti di veli fluttuanti.
Isadora Duncan ha scardinato così il rigore della danza classica scegliendo una forma di movimento anticonvenzionale per la sua epoca.


MADRE DELLA DANZA MODERNA: MARTHA GRAHAM

Nata nella Contea di Allegheny, il 11 maggio 1894, Martha Graham è considerata la più grande danzatrice statunitense del XX secolo e madre della danza moderna. Muore a New York, il 1º aprile 1991.

Ricordata per il suo stile unico, Martha Graham ha basato la sua danza sul movimento angolare come massima forma di espressione. Le sue coreografie sono state audaci. Esse illustravano movimenti stridenti e violenti, vibranti e forti. La danzatrice credeva che questo tipo di espressione fisica potesse sfociare in correnti spirituali ed emotive.

«Le nostre braccia hanno origine dalla schiena perché un tempo erano ali»

Le sue coreografie sono state influenzate dalla professione del padre, psichiatra che ha usato il movimento fisico per rimediare ai disturbi nervosi. L’idea che il corpo di ognuno potesse avere un significato più profondo rispetto a quello più evidente, catturò l’interesse di Martha Graham che di lì in poi danzò e coreografò per circa 70 anni.


LA VENERE NERA ATTIVISTA CONTRO IL RAZZISMO: FREDA JOSEPHINE BAKER

Nata a St. Louis, il 3 giugno 1906, Freda Joséphine Baker è stata soprannominata Venere Nera.
Muore Parigi, 12 aprile 1975.

Ironica e provocatoria, Freda Joséphine Baker ha fatto impazzire la Parigi degli anni ’20 con la sua danza sensuale che univa movimenti tribali, clownerie e burlesque. Spesso si esibiva a seno nudo, indossando un gonnellino di banane per prendere in giro chi considerava i neri simili alle scimmie. Dietro al varietà, la Baker manifestava la liberazione dalle catene che imprigionavano gli schiavi grazie al ritmo scatenato e frenetico dalla danza.

«La Francia mi ha dato il suo cuore; il minimo che io possa fare è di darle la vita»

La Venere Nera però non viene ricordata solo come la star dei palcoscenici parigini, ma anche per il suo impegno politico e sociale. È stata una spia della resistenza francese durante la seconda guerra mondiale, poi attivista in battaglie contro il razzismo e per il riconoscimento dei diritti delle persone a prescindere dal colore della pelle. Ha adottato 12 bambini orfani di varie etnie e ha partecipato alla celebre marcia su Washington al fianco di Martin Luther King. Insomma, Freda Joséphine Baker è stata una grande artista, ma soprattutto una grande donna.


LA STAR DEL MUSICAL: GINGER ROGERS

Nata a Independence, il 16 luglio 1911,Ginger Rogers è nota ai più come una grande stella del musical. Il suo vero nome è Virginia Katherine McMath e muore a Rancho Mirage, il 25 aprile 1995.

Bionda e seducente, Ginger Rogers fu notata fin da subito per la bellezza, la sensualità e lo stile che la caratterizzavano. Non è stata solo una ballerina, Virginia, aka Ginger, è stata anche una cantante e un’attrice.

«Mia madre mi disse che io ho cominciato a danzare prima ancora di nascere. Pare che sentisse i miei piedini che tamburellavano per mesi dentro di lei»

A 22 anni approdò a Broadway come ballerina. Nello stesso anno, il 1933, ebbe una piccola parte nel film Carioca, accanto al ballerino e attore Fred Astaire. La scena di samba è rimasta nella storia del cinema. Da quel momento il nome di Ginger Rogers fu legato a quello del celebre ballerino di tip tap con cui recitò in una serie di musical divenuti famosi nel tempo.
Tuttavia, divorziò artisticamente dal compagno di musical per scegliere la carriera d’attrice. Una scelta azzeccata tanto che le valse un Premio Oscar, vinto nel 1941 per la sua interpretazione in Kitty Foyle, ragazza innamorata


CREATRICE DEL TEATRODANZA: PINA BAUSCH

Nata a Solingen, il 27 luglio 1940, Pina Bausch ha inventato il teatrodanza. Muore a Wuppertal, il 30 giugno 2009.

Considerata una delle ballerine e coreografe più importanti di sempre, Pina Bausch è stata musa di registi come Federico Fellini, Pedro Almodóvar, Wim Wenders, Pina Bausch ha rivoluzionato il mondo del teatro e con sé anche quello della danza grazie alla sua visione del movimento che parte dalle emozioni.

«Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti, ma ci sono anche dei momenti in cui si rimane senza parole, completamente perduti e disorientati, non si sa più che cosa fare. A questo punto comincia la danza»

Negli anni ’70 ha introdotto il concetto di teatrodanza, inventando così un genere che si differenzia sia dal balletto che dalla danza moderna. Nel teatrodanza la recitazione e la danza sono fuse insieme, gli interpreti sono chiamati danzatori che non sono solo interpreti ma anche co-autori.

Pina Bausch ha portato sul palco emozioni pure in cui ha lasciato libertà interpretativa ai danzatori che elaboravano la storia in modo spontaneo dalla coreografia nata da un’istanza reale.


LA PIÙ GRANDE BALLERINA ITALIANA: CARLA FRACCI

Nata a Milano, 20 agosto 1936, Carla Fracci è diventata la regina della danza in tutto il mondo.
Voleva fare la parrucchiera e si è avvicinata alla danza per caso.

Alcuni amici dei suoi genitori la videro ballare il valzer. Notarono uno spiccato senso della musica e del ritmo. Così gli proposero di farle fare un’audizione alla scuola di danza del Teatro alla Scala.

«La danza è una carriera misteriosa, che rappresenta un mondo imprevedibile ed imprendibile. Le qualità necessarie sono tante. Non basta soltanto il talento, è necessario affiancare alla grande vocazione, la tenacia, la determinazione, la disciplina, la costanza»

Ha interpretato ruoli del balletto romantico, quali Giulietta e Swanilda, fino a Giselle. È stata partner di ballerini del calibro di Rudolf Nureyev e Amedeo Amodio, Erik Bruhn e Roberto Bolle. È stata anche direttore del corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli e dell’Arena di Verona.

La diva del balletto italiano inoltre ha ricevuto nel 2003 l’onorificenza italiana di Cavaliere di Gran Croce e nel 2004 è stata nominata Ambasciatrice di buona volontà della FAO.


LA 1^ ETOILE AFROAMERICANA: MISTY COPELAND 

Nata a Kansas City, il 10 settembre 1982, Misty Copeland è diventata la prima donna afroamericana étoile della storia dell’American Ballet Theatre, una delle tre compagnie di danza classica più importanti degli Stati Uniti.

Considerata un prodigio della danza, Misty Copeland è stata tra le protagoniste del Calendario Pirelli 2019. Ha un’incredibile storia, fatta di riscatto sociale e di un sogno che è realizzato.
Si è avvicinata tardi al mondo della danza a causa delle condizioni precarie in cui riversava la sua famiglia. La sua infanzia è costellata da cambi continui di camere di motel in cui dormiva con i genitori e 5 fratelli.

«Il mondo del balletto è una piccola comunità, ed è evidente che ha dovuto affrontare questo problema, ma il futuro della danza è nelle diversità»

Non ha solo combattuto contro la povertà, ma anche contro i canoni estetici tradizionali che esige la danza classica. Criticata perché troppo muscolosa, Misty Copeland non si è mai arresa. Il suo talento e il suo incessante lavoro l’hanno spinta in alto. 

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