Plastic Free e non solo, le campagne di Marevivo

Ogni giorno sentite parlare di Plastic Free, per fortuna dico. Sono attive tante campagne di sensibilizzazione in merito. Uno dei promotori di queste è Marevivo. Poco tempo fa ho avuto l’opportunità di fare una chiacchierata con il presidente dell’associazione ambientalista che ha sede a Roma. Lei si chiama Rosalba Giugni e mi ha raccontato alcune cose molto interessanti.

«I nostri mari stanno soffocando. Il mondo se ne sta rendendo piano piano conto. Il nostro compito come associazione ambientalista è quello di risvegliare le coscienze». Secondo la Giugni, c’è ancora molto da fare, ma bisogna partire da qualche punto no?
Infatti, è stata lanciata #StopSingleUsePlasticFree, una campagna con un claim di impatto: “Non c’è più spazio per fregarsene”. Un allarme lanciato da Marevivo contro l’utilizzo delle plastiche monouso.
La campagna ha preso il via il 4 giugno, giorno dell’insediamento dell’attuale Governo. «Abbiamo colto l’occasione, per invitare tutti i rappresentanti della politica a non usare la plastica monouso».

Il Ministero dell’Ambiente ha aderito all’iniziativa positivamente. Subito dopo è stata accolta nelle scuole e nelle università. Il 4 aprile, inoltre, è stata approvata la legge Salvamare «grazie alla quale possiamo iniziare a ripulire i nostri mari. La legge Salvamare prevede che i pescatori possano portare a terra la plastica che finisce nelle loro reti».
Ebbene sì. Finora, i rifiuti erano considerati rifiuti speciali e non rifiuti urbani. I pescatori non potevano riportarli a terra perché rischiavano una multa, così erano costretti a rigettarli in mare. «Questa legge – sostiene la presidente di Marevivo – rappresenta una vera e propria vittoria».

ECONOMICA CIRCOLARE E REGOLA DELLE 4 R

Dal 2021 la plastica monouso sarà bandita grazie alla normativa approvata dall’Europarlamento. Essa ha tra gli obiettivi quello di raccogliere il 90% di bottiglie di plastica entro il 2029. Entro il 2025 il 25% delle bottiglie dovrà essere composto da materiali riciclati.
La plastica è un materiale difficile da decomporre. Si accumula nei mari, negli oceani e sulle spiagge. I residui vengono ingeriti dagli animali marini, come tartarughe, foche e delfini, ma anche da pesci e crostacei che poi entrano nella catena alimentare umana.

Quale sarà l’alternativa alla plastica però? Per essere (o diventare) plastic free, bisogna partire dall’educazione e dalla sensibilizzazione nei confronti dell’ambiente. E per proteggere l’ambiente, bisogna dare e darsi delle regole.
Per la precisione, dobbiamo seguire la regola delle 4 R, ovvero: riduci, riutilizza, ricicla, recupera.

Ad esempio, iniziamo a ridurre l’uso di piatti e posate, cannucce e tanti altri oggetti di plastica totalmente inutili. Sostituiamoli con oggetti in vetro, biodegradabili o compostabili.
Per fortuna, stanno nascendo diverse industrie che stanno producendo meno plastica seguendo il cambiamento. Il primo passo è ridurre la produzione di rifiuti in quanto tale.

Lo spreco ha raggiunto livelli altissimi. Secondo la Giugni «prima di buttare qualsiasi cosa, capiamo se possiamo riutilizzarlo, ad esempio chiediamoci se possiamo riparare un capo di abbigliamento vecchio prima di gettarlo via». Bisogna puntare sull’economia circolare.

NON SOLO HASHTAG: MAREVIVO AGISCE, VALORIZZA E PROMUOVE

Marevivo ha come mission quella di conservare la biodiversità. Con le sue campagne valorizza e promuove le aree marine protette. L’azione dell’associazione romana è anche quella di sollecitare l’impegno delle istituzioni affinché esse coinvolgano persone e media verso la lotta all’inquinamento e quindi alla salvaguardia del mare.

Nel mio piccolo, ci provo a ridurre la plastica e ad eliminare quella che trovo in giro, gettata da qualche maleducato. Mi rendo conto però che la strada è ancora molto lunga. In molti locali c’è un uso eccessivo di plastica. Per questo motivo, Marevivo ha lanciato un’altra campagna: #PlasticFreeENonSolo, che invita a eliminare la plastica usa e getta, e a intraprendere misure volte ad un uso più sostenibile delle risorse.

Un’altra molto interessante che spesso si prende sotto gamba è #StopMicrofibre. Si tratta di una campagna dedicata alla sensibilizzazione sul problema delle microplastiche rilasciate dai tessuti sintetici in lavatrice.
Lo sapevate che un solo carico produce milioni di microfibre di dimensioni inferiori ai 5 mm che si riversano in mare dove vengono ingerite dagli organismi marini, entrando così nella catena alimentare? Eh. Per non parlare dell’acrilico, uno dei tessuti peggiori. È cinque volte in più del tessuto misto cotone-poliestere.

Insomma, Marevivo fa fronte a tante problematiche che, fino ad ora abbiamo sempre ignorato. Ecco, ora non c’è più tempo per farlo.
Quindi, vi consiglio un paio di cose. La prima è seguire le iniziative di Marevivo, la seconda è di metterle in pratica!



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