Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, un film imprevedibile e potente

Tre manifesti pubblicitari enormi e rossi. Una donna e madre con un discutibile temperamento alla ricerca dell’assassino della figlia stuprata. Mildred Hayes vuole riportare a galla il caso dell’omicidio.
Lo fa acquistando tre spazi pubblicitari con un messaggio diretto al capo della polizia di Ebbing: William Willoughby. Quest’ultimo coinvolgerà nelle indagini il poliziotto Dixon, sopra le righe, razzista e violento.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri è diretto da Martin McDonagh (Un polizziotto da happy hours, 7 psicopatici) il quale unisce nello stesso film degli attori del calibro di Frances McDormand, Woody Harrelson e Sam Rockwell.

Razzismo e la questione delle donne. Questi i due focus evidenti ne i Tre Manifesti in cui si intervallano toni spesso violenti ma decisamente umani, sia verbali che fisici.
La McDormand ha una presenza scenica potente. Si muove con destrezza su un confine tra l’umorismo e il drammatico. Ha una bellezza rude e magnetica.
Insolito ma non per questo non intenso, è il ruolo di Woody Harrelson. Ci siamo abituati ai suoi ruoli da cattivo e fuori di testa nei precedenti film. Invece in Tre Manifesti, l’attore è composto e sorprendente.

La diatriba tra Mildred e Willoughby è accesa quanto onesta. Emerge l’odio e la rabbia di tutti i personaggi in un contesto di ignoranza presente in quella parte dell’America rurale spesso presente nella cinematografia ma qui è priva di retorica.

Con dialoghi serrati, sboccati e per questo veri, Tre Manifesti è un film imprevedibile. Un dramma tangibile senza orpelli cinematografici.

Il film, distribuito da 20th Century Fox, è già vincitore di rilevanti premi tra cui il premio Miglior sceneggiatura alla 74esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il premio del pubblico al San Sebastián International Film Festival 2017 e al Toronto Film Festival 2017. Ha fatto il pieno di nomination ai Golden Globes vincendone quattro. Ha ottenuto quattro candidature ai SAG – Screen Actors Guild Awards, tra cui anche quella ambita al Miglior cast cinematografico.

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