Their Mortal Remains: la mostra sui Pink Floyd è un trip multisensoriale

Their Mortal Remains è un itinerario completo ed unico sui Pink Floyd. Così, mai visto fino ad ora. È un viaggio all’interno di quello che è un universo complesso che tocca tutti gli ambiti. Dalla musica al cinema, dalla politica alla vita personale. I Pink Floyd fanno parte della cultura mondiale e questa mostra li celebra al meglio fornendo al pubblico un’esperienza totalizzante.

Dopo l’enorme successo di qualche mese fa al Victoria and Albert Museum di Londra, che ha visto oltre 400.000 persone, la mostra si è spostata al Macro di Roma. È stata prodotta e promossa a livello globale da Michael Cohl, della Concert Productions International B.V.. 

Si tratta di una retrospettiva che celebra i 50 anni dalla nascita di uno dei gruppi musicali più geniali e influenti della storia. È stata ideata da Storm Thorgerson e sviluppata da Aubrey ‘Po’ Powell di Hipgnosis, che ha lavorato con Nick Mason. Un cammino audiovisivo che offre agli spettatori una visione inedita dell’universo pinkfloydiano. Oltre 350 oggetti mai visti prima che rappresentano diversi momenti della band inglese. È davvero colossale ed impressionante. Non solo. È anche emozionante. Soprattutto la parte dedicata sia a Syd Barrett e a Richard Wright.

Their Mortal Remains dicevo è un viaggio. Sì, è una mostra che finisce nello spazio fisico del Macro. Ma non nello spazio metafisico. Perché sono i Pink Floyd ed è questo l’effetto che si subisce. Si trascende in un’altra dimensione che va al di là degli appunti,  LP, locandine e amplificatori. Their Mortal Remains è un trip multisensoriale.

Dalle origini fino ai giorni nostri. Partendo dagli anni ’60 fino agli ultimi lavori, i visitatori vivono in pieno la mostra grazie alla guida.  Essa solo dà spiegazioni di volta in volta di fronte alle opere, ma fa anche da colonna sonora per tutta la visita. Il visitatore infatti è sempre accompagnato sia dalla musica,  sia dalle voci dei Pink Floyd. Syd Barrett, Roger Waters, Richard Wright, Nick Mason e David Gilmour. Come si fa a non amarli.

Un momento incredibile è quello della Performance Zone. I visitatori assistono ad una sorta di concerto live. Viene ricreato l’ultimo concerto dei quattro al Live del 2005 con Confortably Numb. Si può ascoltare una versione mixata con una tecnologia audio AMBEO 3D della Sennheiser.

I Pink Floyd sono e rimangono una delle più leggendarie band della storia della musica. Dal maiale rosa gigante sopra la Battersea Power Station al celebre prisma, dal muro agli immensi concerti e spettacoli che hanno realizzato. Avevano delle visioni che hanno messo in musica e non solo. Sono stati degli straordinari studenti di architettura che hanno segnato per sempre la cultura pop mondiale.

Non sono meri musicisti. Sono stati e sono ancora dei pensatori. Sì, i Pink Floyd sono i filosofi della musica che più di tutti hanno indagato sull’esistenza umana. 

Vi consiglio vivamente di andare a vedere la mostra. Sarà allestita  al Macro (via Nizza) fino al 1° luglio. Sicuramente è una mostra da non perdere. The Pink Floyd Exhibition è prodotta e organizzata dalla Concert Productions International B.V. di Michael Cohl. E da Azienda Speciale Expo, Mondo Mostre e da Live Nation. La mostra è a cura del direttore creativo dei Pink Floyd Aubrey ‘Po’ Powell e da Paula Webb Stainton. La mostra è in collaborazione con lo studio Stufish, uno dei maggiori studi di architetti d’intrattenimento e progettisti di lunga data dei palchi dei Pink Floyd.

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