Kebab, vincita di una tentazione una sera a Roma

Kebab, vincita di una tentazione

Si sa. Mangiare a Roma significa mangiare di tutto, oltre alla cucina tradizionale. Tra gli assaggi che non possono mancare, si annoverano in assoluto i kebab. Attenzione.
Ci sono kebab e kebab. Il kebab più amato dai romani e non solo è cucinato da Alì Babà. Come si può leggere qui, il kebab ad Arco di Travertino è il must. Non puoi dire di aver mangiato un buon kebab se prima non ne hai provato uno qui.
Quindi, arrivare ad Arco di Travertino e non prendere il celeberrimo kebab è da stronzi. O, nel caso (mio) specifico, da incoscienti. Ma ho una motivazione. Giustificazione, meglio.
Sono in dieta. O pseudo tale. Insomma voglio “guardarmi” dal non sfondarmi di cibo che digerirei dopo svariate ore, forse. Soprattutto se si tratta di lunedì sera, 21.30 circa, dopo l’allenamento di lindy hop.
E quindi la mia mente ha lottato con il mio stomaco.
Ho pensato “Forza Giorgia ce la puoi fare”.
“Sei più di quello”.
“Vinci con la tua forza di volontà”.
“È lunedì. Hai insalata e frutta che ti attendono a casa”.
“Non puoi inziare con un kebab “medio grazie e con tutto… Grazie! Sì, salsa yogurt poco piccante”.
{è stato un lungo litigio con me stessa}

La mente e – strano ma vero – la mia forza di volontà hanno vinto. Ma una lacrimuccia la mia pancia l’ha versata. Il mio stomaco mi ha ringraziato invece.

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