Indagine Beach Litter 2019, la plastica invade i litorali italiani

Tappi e piatti di plastica, polistirolo e mozziconi di sigarette. Sono questi i principali rifiuti che si trovano sulle bellissime spiagge dello stivale. É la fotografia allarmante di Legambiente: per ogni passo che facciamo, incontriamo cinque rifiuti.
L’associazione ambientalista ha da poco diffuso il dossier Beach Litter 2019, l’indagine annuale sui rifiuti che interessano i litorali italiani, con cui hanno monitorato 93 spiagge evidenziando una notevole incidenza di rifiuti composti da materiali plastici
La notizia positiva è che, a partire dal 2021, verranno imposte misure di prevenzione per intervenire in modo efficace sulla riduzione, se non addirittura sull’abolizione, di determinati materiali difficili da riciclare e da smaltire, come la plastica monouso. 

LA PLASTICA AL PRIMO POSTO DELLA TOP TEN DEI RIFIUTI  

Il materiale più presente in assoluto sui nostri litorali è la plastica, da sola rappresenta oltre l’81% di tutti i rifiuti ritrovati. Bottiglie, anelli di plastica, piatti, bicchieri, posate monouso, buste, sono rifiuti che spesso si disperdono nell’ambiente e risultano ancora più nocivi. 
Per ogni metro di spiaggia è stato trovato un tappo o coperchio di bevanda. E ancora, ogni 100 metri hanno rilevato 34 stoviglie e 45 bottiglie di plastica. Complessivamente, sono stati censiti oltre 10mila materiali tra bottiglie, contenitori di plastica, tappi e anelli. 

Un dato positivo è la riduzione del 55% dell’uso degli shopper di plastica dal 2013 a oggi. L’Italia è il primo Paese in Europa ad aver registrato questo risultato, anticipando positivamente la Direttiva europea. Dal primo gennaio 2019, infatti, ha messo al bando i cotton fioc con il bastoncino in plastica.
La strada verso la riduzione di alcuni tipi di rifiuti è stata intrapresa attraverso la realizzazione di prodotti biodegradabili e compostabili. Parallelamente, devono continuare ad essere divulgate le campagne di sensibilizzazione che facciano aumentare, ad esempio, la fiducia delle persone affinché consumino più acqua del rubinetto.

Purtroppo, l’Italia è il primo Paese in Europa per il consumo di acqua in bottiglia. Confrontando la quantità di bottiglie e tappi di plastica sulle spiagge italiane, la sfiducia dei consumatori tocca vette altissime e questi rifiuti rappresentano quasi il 12% di tutti quelli ritrovati.  
È necessario quindi promuovere le iniziative riguardo alla raccolta differenziatastimolando le industrie alla creazione di materiali ecosostenibili e aiutando i cittadini a ridurre i rifiuti.
Una delle mission di Legambiente è proprio rendere più sostenibile lo stile di vita delle persone, con benefici immediati per tutti e non solo per l’ambiente.

I rifiuti impattano negativamente sull’ecosistema marino. Tartarughe, mammiferi e pesci vengono intrappolati ogni giorno dai rifiuti presenti nei mari e nelle spiagge italiane. L’ingestione di plastica, in modo particolare, provoca il soffocamento e l’esposizione a sostanze tossiche. I danni sono innumerevoli.
I rifiuti non scompaiono facilmente. Essi impiegano decenni prima di decomporsi. Per esempio, le microplastiche, composte da frammenti di dimensione inferiore ai 5 mm sono quasi impossibili da individuare e da rimuovere. Purtroppo, proprio questi minuscoli materiali entrano facilmente nella catena alimentare, contaminandola.

IN ARRIVO LA DIRETTIVA PER DIRE NO ALLA PLASTICA MONOUSO

La causa principale della presenza di rifiuti sui litorali italiani è dovuta per l’85% alla cattiva gestione dei rifiuti urbani, seguita dall’inefficacia dei sistemi depurativi.C’è anche la pessima abitudine di gettare i rifiuti nel wc.

Il 7% dei rifiuti monitorati è costituito da reti, calze per la coltivazione dei mitili, lenze. Purtroppo, ben l’8% di rifiuti come blister di medicinali, contenitori di lenti a contatto, aghi da insulina, assorbenti, cotton fioc finiscono nei water e poi sulle spiagge.
Per questo motivo, il 27 marzo 2019 l’Europarlamento ha approvato in via definitiva una direttiva che vieta l’uso di articoli in plastica monouso. Al bando quindi posate, piatti, cannucce, aste per palloncini e cotton fioc.

L’Europa dovrà rimboccarsi le maniche affinché si possa ridurre in modo significativo l’uso di questi prodotti. L’obiettivo è triplice: migliorare il riciclo, incrementare la responsabilità della raccolta differenziata e la progettazione del prodotto stesso.
Non è tutto perduto. Il quadro che Legambiente ci pone davanti gli occhi è grave, ma possiamo attivarci affinché non si aggravi ulteriormente, soprattutto per le generazioni future che hanno di fronte questo scenario.
Iniziamo con una maggiore educazione e sensibilizzazione. Ad esempio, entro il 2029 gli Stati membri dell’Ue dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica. Questi prodotti dovranno contenere almeno il 25% di contenuto riciclato entro il 2025, e il 30% entro il 2030. 
Migliorando la racconta differenziata, i rifiuti in mare diminuiranno del 35%. Iniziamo a bere l’acqua del rubinetto, portando con noi una borraccia da riempire quando vogliamo. Questo contribuirà al risparmio di 8 miliardi di bottiglie di plastica all’anno.

Evitiamo l’uso della plastica monouso e quando non se ne può fare a meno, non gettatela nel wc. Gli scarichi riverseranno quei rifiuti direttamente in mare. Portiamo con noi delle buste di tessuto, evitiamo il consumo delle buste di plastica, tra i rifiuti più diffusi e pericolosi per l’ambiente.
Al supermercato, non acquistiamo prodotti con imballaggi non riciclabili, e scegliamo confezioni a minor impatto ambientale. Ricicliamo anche gli abiti. Prima di buttare un indumento, controlliamo se si può riparare e riutilizzare. Infine, non gettiamo per terra mozziconi,  o carte di caramella. Non sporchiamo le città.

Per vivere in un ambiente sano e pulito, dobbiamo prendercene cura. Ne va della nostra salute.
Se sta bene l’ambiente, staremo bene anche noi.

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