I love Auditorium, esperimento social-e tra musica e umanità

È nato I love Auditorium, profilo partecipativo creato ad hoc dai social media manager dell’Auditorium Parco della Musica. Cioè? Vi chiederete. Ve lo spiego. È un esperimento, una piccola rivoluzione all’interno di una strategia globale dell’Auditorium. Detto in altri termini, è entrare – anche se pur in piccola parte – nella gestione di un canale social dedicato alla rassegna Luglio Suona Bene. Insomma, lavorare a stretto contatto con i smm durante gli eventi.

Ho partecipato anche io. E mi sono divertita. Davvero. Certo, molti hanno alzato una serie di critiche. Vi pare che gli haters non intervenissero?! Da “ah vi hanno solo sfruttato” a “ecco perché poi ci sono gli annunci per collaborazioni gratuite” e così andando avanti. Critiche, a mio avviso, sterili.
Io, che lavoro in questo settore da circa 4 anni, spaziando dai social media all’ufficio stampa fino alla redazione di articoli attinenti allo spettacolo, so che significa essere sfruttati. Avanzo ancora il compenso per il mio lavoro da un festival. Per dire. Conosco benissimo quella sensazione.

Esiste però la scelta e il libero arbitrio. E io ho scelto lucidamente di collaborare gratuitamente a I love Auditorium, non sotto effetto di Campari spritz.
Amo i concerti da sempre e il caso ha voluto che io lavorassi proprio in questo settore. Questo però non significa che io abbia un pass all area for all concert. Capiamoci. E lo stipendio è quello. Non sono mica una manager di una multinazionale sbombotronica. Altrimenti avrei un pass all area for all concert. Ovvio.

Andare ad un concerto, bersi una birra in compagnia, scambiare due chiacchiere e creare alcuni contenuti social. Ecco. Già lo faccio, al di là del mio lavoro. Perché mi piace. Se poi viene condiviso su un canale dell’Auditorium che male c’è? Anzi. Ho risparmiato i soldi di un biglietto che a volte non posso proprio permettermi di acquistare. Affitto, bollette, abbonamento, spesa. Le uscite mensili sono tante. Ma perché devo rinunciare al divertimento e alle passioni?! Dunque, tra un rosicamento e/o un sacrificio, preferisco una collaborazione gratuita.

La mission degli ambasciatori social di I love Auditorium è stata quella di documentare e seguire dall’inizio alla fine le fasi di un concerto. Chiaro, non è una passeggiata per chi ha la responsabilità del canale partecipativo. È un lavoro. Anche serio. Non è un “sto sui social, faccio cose, vedo gente…” come potete pensare.
Per me è stata un’altra esperienza che ricorderò con molto piacere. Per tanti motivi.
Ad esempio il confronto con colleghi. Ho conosciuto i due social media cosi dell’Auditorium Lucio e Giorgia, la responsabile della comunicazione Lucia. Persone con cui sono entrata fin da subito in empatia (ATTENZIONE NON SI TRATTA DI LAVATA DI FACCIA). Forse il bello di questo lavoro è anche questo. Non trovate?

Il confronto con altri social addicted. La sera del concerto con Alex Britti e Max Gazzè sembrava una gita scolastica di fine anno. Al di là degli schermi dei propri smartphone, fisicamente ci siamo conosciuti.  Abbiamo scambiato almeno una parola, un sorriso o semplicemente una foto su Instagram. Insieme.

Riprendo le parole di una delle ambasciatrici di I love Auditorium che esplicano perfettamente la sensazione di questo detto:
«Il lato positivo dei social è quando non ci si nasconde dietro la virtualità del mezzo telematico ma si ha modo di vivere esperienze reali e partecipare a un grande spettacolo di musica, persone, emozioni come quello di ieri sera all’Auditorium Parco della Musica! Non nascondetevi dietro alle tastiere, incontratevi, socializzate e raccontate con tutti gli strumenti che avete, a partire dal vostro organo migliore: il cuore! ».

Insomma, è vero che è importante la comunicazione online ma se caschi su quella offline non sei un vero comunicatore. E proprio quelle chiacchiere e i tanti sorrisi e un paio di brindisi hanno dato prova che l’esperimento è riuscito.

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