Grease: cast giovane e talentuoso con scelte registiche opinabili

Premesso: Grease è un musical/film cult intramontabile. Come lo sono la storia, i personaggi e le musiche. Questi ultimi sono ingredienti che, shakerati bene e cotti alla giusta temperatura, danno un ottimo sformato-telling musicale e danzereccio. Ma se il “forno” è troppo caldo, si rischia di brucialo.
Cosa voglio dire con questa bakery metafora? Martedì 19 dicembre, alla prima di Grease al Teatro Olimpico di Roma, ho visto un ottimo cast giovanissimo e molto talentuso. Tuttavia, alcune scelte registiche sono opinabili. Decisamente opinabili.

GREASE È UN CULT CON UNA TRADIZIONE, NON VA SNATURATO

Grease è un musical spumeggiante e iconico. Ha una colonna sonora elettrizzante e delle coreografie irresistibili che almeno una volta nella vita le scuole di danza hanno omaggiato riproponendole ai saggi di fine anno.
Come il film uscito nel 1978, anche il musical ha letteralmente spopolato. E continua a trascinare nel vortice dell’entusiasmo generazioni e generazioni che continuano a innamorarsi e a ballare, a ridere e commuoversi insieme ai protagonisti. Grease è un vero e proprio fenomeno pop travolgente.
La versione che ho visto ieri, della Compagnia della Rancia per la regia di Saverio Marconi, mi ha fatto storcere il naso. Per alcuni elementi.
Uno degli elementi è l’uso (improprio) di parolacce. Eih. Sono una millennials non mi scandalizzano le parolacce, ma sono decontestualizzate. Grease è ambientato nell’America degli anni ’50, dove Rizzo può essere definita una ragazza facile e una poco di buono, non una puttana. Non sono certa, ma non ricordo nel film l’uso di parolacce. C’è solo uno scambio di battute tra Rizzo e Kenickie, dove la prima lo definisce “porco” e lui esordisce con “mi piace quando dici le parolacce!“.
Un’altro elemento disturbante è il dj narratore. Mi è apparso una sorta di animatore in stile villaggio turistico. Assillante e snervante. Il pubblico a teatro, durante la visione di un musical come Grease non ha bisogno di essere intrattenuto. Lo è già.
Infine un terzo elemento non gradevole è la caricatura forzata dei personaggi. Il cast, come dicevo, è molto giovane. Alcuni di loro hanno dato dimostrazione di essere davvero molto talentuosi. Ma ho trovato eccessivo alcune performance macchiettistiche ed esasperate, eccetto il ruolo dell’attore caratterista come il personaggio di Frenchy.

CAST (QUASI) PROMOSSO E SCENOGRAFIA ADERENTE E INNOVATIVA

Come ho già scritto, il cast di Grease è davvero giovane e incredibilmente bravo. Gli attori sono dinamici con estensioni vocali incredibili. I miei complimenti!
Complessivamente, i ruoli secondari sono stati più brillanti della coppia Sandy-Danny. Mi spiego.
Tra i due, interpretati rispettivamente da Francesca Ciavaglia e Simone Sassudelli, lei è stata una spanna sopra. L’attrice ricopre perfettamente il ruolo, interpretando molto bene la ragazza acqua e sapone, innamorata di Zuko, con una voce modulata e dolce. L’attore invece non mi ha convinto per niente. Forzato nella recitazione e ossificato durante le coreografie.
Una coppia da standing ovation è stata quella di Rizzo-Kenickie. Eleonora Lombardo Giorgio Camandona hanno messo in ombra letteralmente i due protagonisti, con una migliore performance e con un maggiore spessore drammaturgico. Segnalo anche l’attrice Eleonora Buccarini che ha indossato i panni di Frenchy. La giovane attrice ha mantenuto il tratto caricaturale del personaggio senza tuttavia deformando la sua interpretazione.

Per quanto riguarda la scenografia, insieme al light design mi sono piaciuta molto. Due elementi che hanno funzionato bene perché si è mantenuto vivo lo stile vintage tipico di Grease e allo stesso tempo è moderno grazie alla sua mobilità dinamica tipica delle messe in scena in teatro di questi ultimi anni. Tutto ciò ha reso il musical affascinante e avvolgente.

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