Cobain: Montage of Heck è un documentario che va oltre il genere in sé. Il regista ha affermato: «ho cercato di raccontare la sua storia non come quella di un’icona rock, ma come quella di un ragazzo che diventa grande». Quello che emerge infatti dal film non è tanto l’ascesa dei Nirvana, diventato un fenomeno negli anni ‘90, tra interviste alle quali non volevano sottoporsi, video clip e infiniti tour. No. Questo documentario mette in luce la vita di Kurt, da bambino iperattivo desideroso di continue attenzioni ad adolescente problematico in cui si celava un genio gentile e introverso, fino ad arrivare al musicista noto a tutti che nascondeva i suoi dolori addominali e intestinali.
Presentato al Sundance Film Festival, al Festival di Berlino sul canale americano Hbo, Cobain: Montage of Heck è in assoluto il primo documentario autorizzato sul cantante, tanto che il regista ha avuto libero accesso all’archivio privato del frontman dei Nirvana ovvero «più di 200 ore di musica e documenti audio inediti, tantissime opere d’arte e 4mila pagine di scritti firmati da Kurt».
I filmini di famiglia, i diari con i suoi pensieri, le foto, i ricordi del bassista Krist Novoselic, dei suoi genitori, e ancora le storie raccontate dalla ragazza con cui Kurt ebbe una relazione prima del successo e dalla ragazza divenuta moglie Courtney Love con la quale ebbe la figlia Frances. Ciò che dispiace è l’assenza del batterista Dave Grohl, giustificata in parte per il rapporto burrascoso con la Love.
I filmini di famiglia, i diari con i suoi pensieri, le foto, i ricordi del bassista Krist Novoselic, dei suoi genitori, e ancora le storie raccontate dalla ragazza con cui Kurt ebbe una relazione prima del successo e dalla ragazza divenuta moglie Courtney Love con la quale ebbe la figlia Frances. Ciò che dispiace è l’assenza del batterista Dave Grohl, giustificata in parte per il rapporto burrascoso con la Love.